SignJam 08.
Workshop e incontri con i protagonisti delle Urban Arts. SignJam la più importante ricerca sulle Urban Cultures internazionali.
Deep inside urban culture.
SignJam 08 invita a Milano i testimoni che hanno vissuto in prima persona e interpretato le urban cultures in giro per il mondo. In questo ciclo di incontri e workshop sono due le questioni affrontate: lo streetwear e i media.
SignJam 08 invita a Milano i testimoni che hanno vissuto in prima persona e interpretato le urban cultures in giro per il mondo. In questo ciclo di incontri e workshop sono due le questioni affrontate: lo streetwear e i media.
Lo streetwear non solo è uno dei fenomeni commerciali più significativi degli anni novanta, ma è anche il modo più immediato per avvicinarsi ad una scena culturale. Iscritto dentro codici e movimenti precisi, lo stile segna l’appartenenza a un gruppo, così come l’universale opportunità di distinguersi per il saper scegliere, vestire, personalizzare certi capi d’abbigliamento. Bobbito Garcìa delle pratiche urbane è stato un cantore. Prima mettendo la faccia a uno degli show radiofonici hip hop più importanti della grande mela. Poi a capo di una rivista, Bounce Magazine, dove si celebra la cultura dei playground, pezzi d’asfalto con due canestri e una dannata voglia di vincere. Qualche anno fa è invece con un libro “Where’d You Get Those?” (Testify Books, 2003), un prezioso testo sulla sneaker culture dove si prendono in considerazione i modelli cult usciti tra il 1960 e il 1987. Le narrazioni intorno ai singoli modelli indossati da lui e nei playgorund ci porta alle origini di uno di quei segni a cui oggi pochi sanno rinunciare. SignJam lo ha invitato con Steven Vogel, che ha scritto “Streetwear: The Insider’s Guide” (Thames & Hudson, 2007). Dentro c’è la mappatura di luoghi, negozi, micro imprese che definiscono la geografia dello streetwear. Sono indirizzi che suggeriscono una continuità tra le persone e microimprese in tutto il mondo. Dietro il germogliare di stili e brand ci sono infatti biografie condivise.
Guarda il catalogo di SignJam 08 su issuu.Andrew Losowsky scrive, e in questi anni è stato uno di quelli che più ha riflettuto sul ruolo dei magazine nel costruire le narrative urbane. Direttore di LeCool e di tanti altri esperimenti di informazione culturale, ha da poco pubblicato un volume che raccoglie più di mille magazine dal taglio pop in giro per l’Europa. “We Love Magazines” (Mike Koedinger Editions, 2007) è un prezioso atlante che mappa le produzioni editoriali periodiche. Le riviste sono forse il fenomeno più sottovalutato delle urban cultures. Il loro ruolo è cruciale nel catturare, aggregare, diffondere e sedimentare le novità a livello locale, come a livello internazionale. Ma la capacità di comunicare non si ferma ai magazine, si sposta anche nella capacità di usare gli spazi come un medium.
Gavin Lucas ha scritto il libro di riferimento per il guerrilla advertising, dove racconta come le tecniche di comunicazione sono riuscite a mimetizzarsi con i segni e i codici della strada. Il valore del capitale simbolico prodotto dall’urban culture è impressionante. Le multinazionali lo hanno divorato, costruendo campagne di comunicazione e advertising. Dentro “Guerrilla Advertising: Unconventional Brand Communication” (Laurence King Publishing, 2006) si legge come le modalità di appropriazione dello spazio pubblico delle multinazionali è intrinsecamente legato alle urban cultures. Nel bene, e nel male. Andrew Losowsky e Gavin Lucas sono ospiti del workshop “Media Sharing”. Le urban cultures richiedono un lettura critica. Spesso si è confuso il confine tra una produzione autentica e una produzione strumentale, derivativa e assolutamente orientata al mercato di massa. La capacità di distinguere, e scegliere, in quali valori e quali pezzi dell’immaginario sociale urbano ha senso reinvestire nelle nostre città richiede uno sguardo sempre pronto a intercettare e decifrare i nuovi codici. SignJam è allora uno spazio dove educare il nostro sguardo, e provare a condividere un patrimonio frammentato e scintillante come quello delle culture urbane.
Gavin Lucas ha scritto il libro di riferimento per il guerrilla advertising, dove racconta come le tecniche di comunicazione sono riuscite a mimetizzarsi con i segni e i codici della strada. Il valore del capitale simbolico prodotto dall’urban culture è impressionante. Le multinazionali lo hanno divorato, costruendo campagne di comunicazione e advertising. Dentro “Guerrilla Advertising: Unconventional Brand Communication” (Laurence King Publishing, 2006) si legge come le modalità di appropriazione dello spazio pubblico delle multinazionali è intrinsecamente legato alle urban cultures. Nel bene, e nel male. Andrew Losowsky e Gavin Lucas sono ospiti del workshop “Media Sharing”. Le urban cultures richiedono un lettura critica. Spesso si è confuso il confine tra una produzione autentica e una produzione strumentale, derivativa e assolutamente orientata al mercato di massa. La capacità di distinguere, e scegliere, in quali valori e quali pezzi dell’immaginario sociale urbano ha senso reinvestire nelle nostre città richiede uno sguardo sempre pronto a intercettare e decifrare i nuovi codici. SignJam è allora uno spazio dove educare il nostro sguardo, e provare a condividere un patrimonio frammentato e scintillante come quello delle culture urbane.
Sotto. Lo spazio di Via Ventura a Milano che ha ospitato i primi due incontri.
Streetstyle and Streetwear.
Workshop. Streetwear. Incursion into this Street Culture.
Guest: Steven Vogel, (Berlino, Germania), SheOne, (Londra, Regno Unito), Giorgio Di Salvo, (Milano, Italia), Paolo Budua, (Milano, Italia), Fats Shariff, (Londra, Regno Unito), Eric Brunetti - FUCT, (Los Angeles, Stati Uniti).
Grazie alla presenza diretta di alcuni dei protagonisti Steven Vogel analizza il vero significato della parola “streetwear”, illustrando l'evoluzione delle tendenze negli ultimi decenni fino a spiegare che cosa ha motivato gli imprenditori a prestare una eccezionale attenzione allo streetwear a partire dagli anni '90. Un'attenzione particolare è poi dedicata allo streetwear del XXI secolo mettendo in luce le differenze con lo stile dei decenni precedenti, il modo in cui i media hanno influenzato la scena odierna e come il mercato è gestito ora in confronto al passato. Un interessante viaggio corredato da una ricca galleria d’immagini che documentano l'evoluzione degli stili dal punto di vista visivo.
Sneakers. Where’d you get those?
Workshop. New York City Sneaker Culture. The Beginnings and Art of Customizing.
Guest: Bobbito García (New, York, Stati Uniti), Marco Colombo - Sneakers, (Milano, Italia).
Non più limitata all’opera di pochi fanatici, la voglia di collezionare sneakers, o meglio l’attenzione verso la sneaker culture, si è progressivamente trasformata in un fenomeno di massa. Uscite dall’ambito sportivo, le sneakers si sono imposte nella cultura popolare diventando un elemento base dell’odierno modo di vestire che trascende le barriere di razza e di classe mentre definisce l’appartenenza di chi le indossa alle tribù urbane del nostro tempo. Nel suo incontro Bobbito Garcia illustrerà lo storia e l'evoluzione delle sneakers a partire dal suo lavoro. Un'occasione per indagare sulla vita di un personaggio poliedrico e saperne di più sul suo libro Where'd You Get Those, sulle nuove AF1 25th anniversary design, la sua serie TV “It's the Shoes”.
Media sharing.
Workshop: Guerrilla advertising. Unconventional brand communication.
Guest: Gavin Lucas (Londra, Regno Unito), Fredda Hurwitz, Olly Knowles - Cunning Agency, (Londra, Regno Unito), Marco Klefisch (Milano, Italia).
Si stima che ognuno di noi sia bombardato da circa 1500 messaggi pubblicitari al giorno. Tra questi la maggior parte proviene da televisione, giornali e cartelloni pubblicitari.
In questo panorama, l’esercito dei pubblicitari ha dovuto appellarsi alla propria creatività per ideare campagne non convenzionali. Piuttosto che partire dal presupposto che la comunicazione debba avvenire nella forma di uno spot pubblicitario, le nuove agenzie si concentrano per sviluppare delle campagne che siano innovative nella forma ed efficaci nel comunicare ad un pubblico selezionato. Questo nuovo approccio, che Jay Conrad Levinson ha definito Guerrilla Marketing, mira a conquistare ed intrigare il pubblico coinvolgendolo nel processo creativo. Il workshop di Gavin Lucas mira ad indagare questo fenomeno, definendone contenuti e modalità ed interrogandosi sul futuro di questo nuovo modo di fare pubblicità.
In questo panorama, l’esercito dei pubblicitari ha dovuto appellarsi alla propria creatività per ideare campagne non convenzionali. Piuttosto che partire dal presupposto che la comunicazione debba avvenire nella forma di uno spot pubblicitario, le nuove agenzie si concentrano per sviluppare delle campagne che siano innovative nella forma ed efficaci nel comunicare ad un pubblico selezionato. Questo nuovo approccio, che Jay Conrad Levinson ha definito Guerrilla Marketing, mira a conquistare ed intrigare il pubblico coinvolgendolo nel processo creativo. Il workshop di Gavin Lucas mira ad indagare questo fenomeno, definendone contenuti e modalità ed interrogandosi sul futuro di questo nuovo modo di fare pubblicità.
Inside magazines.
Workshop: We Love Magazines.
Guests: Andrew Losowsky (Londra, Regno Unito), Anja Lutz - Shift! Magazine, (Berlino, Germania), Andy Simionato - Thisisamagazine, (Marghera, Italia), Francesco Canovaro, Debora Manetti e Cosimo Lorenzo, (Studio Kmzero) - Ego[n], (Firenze, Italia).
I Magazine sono delle pubblicazioni distribuite periodicamente e destinate ad un pubblico generico. Tuttavia una definizione così precisa e limitante non è in grado di spiegare un fenomeno che è in costante evoluzione nella grafica, nei contenuti e nei mezzi di diffusione. Definiti meglio da cosa non sono (un giornale, un libro, ecc.) piuttosto che da cosa sono, i Magazine rappresentano specchi della cultura in cui sono prodotti, creazioni che si evolvono e si adattano al contesto circostante in maniera estremamente veloce, che riflettono tendenze e ne creano di nuove.
I Magazine sono il motore segreto delle Urban Cultures internazionali, anticipano mode, veicolano stili, sono vere e proprie comunità culturali e commerciali. Un workshop che vuole indagare le nuove frontiere della grafica e dei materiali in un mondo sempre più invaso da iPhone ed e-paper, indagando inoltre le connessioni tra le pubblicazioni stampate e l'ascesa dei nuovi magazine online.
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